Mira Mare 19.4.89 (1989)
Miramare
Francesco De Gregori
Testo
ed umiliati si ritirarono,
alla montagna dal mare, alla montagna dal mare
E avvicinarono la fiamma alla foresta, fino a vederla bruciare
Così ho visto altri uomini fare e fare il segno di tacere,
fino a vederla bruciare
Ma io si che mi sono tuffato, in un campo di pallone,
da un palo all'altro ho volato, per afferrare un pallone,
e le ginocchia di rosso ho colorato
E quanto al mio povero nome, in quali alberghi l'ho lasciato
e quante notti l'ho sentito chiamare
Prima ancora che il vento cominciasse a soffiare,
prima ancora che il vento cominciasse a soffiare
Recuperavano le reti i pescatori e si sentiva cantare un canto,
ma erano acqua le parole,
ed era triste quel canto
E ritornavano dal centro della terra
ed io così ho sognato di loro,
portatori di luce ed inventori e cercatori d'oro
Ma io sì che mi sono lanciato, da un punto all'altro di un amore
Più di una volta ho volato, per inseguire un amore,
e le mie notti di bianco ho colorato
E quanto al mio povero cuore, in quali alberghi l'ho portato,
e quante notti l'ho sentito gridare
prima ancora che il vento cominciasse a soffiare,
prima ancora che il vento cominciasse a soffiare,
recuperarono le reti i pescatori
dal profondo del mare
note e significato
Racconta de Gregori:
"L'ecologia oggi è contemporaneamente un'emergenza e una moda. Non è stato facile perciò scrivere questa canzone: sono stato combattuto fra l'urgenza di parlare di queste cose (anzi ho provato addirittura un certo imbarazzo per non averlo fatto prima) e la sensazione sgradevole di muovermi comunque su un terreno scivoloso, minato da banalità di ogni genere e catastrofismi a buon mercato. É venuta fuori una canzone senza aggettivi, piena di dolore e di rimpianto per un mondo collettivo e personale ormai tramontato: una canzone pre-politica o post-politica, se vi piace scherzare con le parole, ma non una vera canzone ecologica perché oggi, credo, l'ecologia è più che mai politica"