Signora Bovary (1987)
Signora Bovary
Francesco Guccini
Signora Bovary
Testo
Testo
Ma che cosa c'è in fondo a quest'oggi di mezza festa e di quasi male,
di coppie che passano sfilacciate come garze stese contro il secco cielo autunnale,
di gente che si frantuma in un fiato senza soffrire, senza capire,
e i tuoi pensieri sono solo uno iato tra addormentarsi e morire.
Ma che cosa c'è in fondo a questa notte, quando l'ora del lupo guaisce
e il nuovo giorno non arriva mai, mai, e il buio è un fischio lontano che non finisce,
di minuti lunghi come il sudore, di ore che tagliano come falci
e i tuoi pensieri solo un cane in chiesa che tutti prendono a calci.
Ma cosa c'è, cosa c'è? Atrii a piastrelle di stazioni secondarie,
strade più strade di avventure solitarie, clown della notte, valigie vuote,
piene di trucchi per tragedie immaginarie.
Telecomandi per i quotidiani inferni, battute argute di architetti postmoderni,
amanti andate, piaceri a rate, pallottolieri per contare estati e inverni.
Ma che cosa c'è proprio in fondo in fondo, quando bene o male faremo due conti,
e i giorni goccioleranno come i rubinetti nel buio
e diremo "Un momento, aspetti..." per non esser mai pronti;
signora Bovary, coraggio pure, tra gli assassini e gli avventurieri,
in fondo a quest'oggi c'è ancora la notte,
in fondo alla notte c'è ancora, c'è ancora...
di coppie che passano sfilacciate come garze stese contro il secco cielo autunnale,
di gente che si frantuma in un fiato senza soffrire, senza capire,
e i tuoi pensieri sono solo uno iato tra addormentarsi e morire.
Ma che cosa c'è in fondo a questa notte, quando l'ora del lupo guaisce
e il nuovo giorno non arriva mai, mai, e il buio è un fischio lontano che non finisce,
di minuti lunghi come il sudore, di ore che tagliano come falci
e i tuoi pensieri solo un cane in chiesa che tutti prendono a calci.
Ma cosa c'è, cosa c'è? Atrii a piastrelle di stazioni secondarie,
strade più strade di avventure solitarie, clown della notte, valigie vuote,
piene di trucchi per tragedie immaginarie.
Telecomandi per i quotidiani inferni, battute argute di architetti postmoderni,
amanti andate, piaceri a rate, pallottolieri per contare estati e inverni.
Ma che cosa c'è proprio in fondo in fondo, quando bene o male faremo due conti,
e i giorni goccioleranno come i rubinetti nel buio
e diremo "Un momento, aspetti..." per non esser mai pronti;
signora Bovary, coraggio pure, tra gli assassini e gli avventurieri,
in fondo a quest'oggi c'è ancora la notte,
in fondo alla notte c'è ancora, c'è ancora...