L’Ultima Thule (2012)

L’Ultima Thule

Francesco Guccini

L’Ultima Thule
Testo
Io che ho doppiato tre volte Capo Horn
e ho navigato sette volte i sette mari
e ho visto mostri ed animali rari,
l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.
Io che tornavo fiero ad ogni porto
dopo una lotta, dopo un arrembaggio,
non son più quello e non ho più il coraggio
di veleggiare su un vascello morto.

Dov'è la ciurma che mi accompagnava
e assecondava ogni ribalderia?
Dov'è la forza che ci circondava?
Ora si è spenta ormai, sparita via.

Guardo le vele pendere afflosciate
con i cordami a penzolar nel vuoto,
che sbatton lenti contro le murate
con un moto continuo, senza scopo.

E vedo in aria un'insensata danza
di strani uccelli contro il cielo bigio
cantare un canto in questo mondo grigio,
un canto sordo ormai, senza speranza.
E qui da solo penso al mio passato,
vado a ritroso e frugo la mia vita,
una saga smarrita ed infinita
di quel che ho fatto, di quello che è stato.

Le verità non vere in cui credevo
scoppiavano spargendosi d'intorno,
ma altre ne avevo e giorno dopo giorno
se morivo più forte rinascevo.
E ora son solo e non ho più il conforto
di amici andati e sempre più mi assale
la noia a vuotar l'ultimo boccale
come un pensiero che mi si è ritorto.

Ma ancora farò vela e partirò
io da solo, e anche se sfinito,
la prua indirizzo verso l'infinito
che prima o poi, lo so, raggiungerò.

L'Ultima Thule attende al Nord estremo,
regno di ghiaccio eterno, senza vita,
e lassù questa mia sarà finita
nel freddo dove tutti finiremo.

L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo
si spegnerà per sempre ogni passione,
si perderà in un'ultima canzone
di me e della mia nave anche il ricordo.
L’Ultima Thule
note e significato

L'Ultima Thule è un'isola leggendaria citata per la prima volta nei diari di viaggio delle'esploratore greco Pitea nel 330 a.C. L'isola viene indicata come "una terra di fuoco e ghiaccio nel quale il sole non tramonta mai". Nel Medioevo l'Ultima Thule ha assunto un carattere più metafisico arrivando ad indicare una terra "aldilà del mondo conosciuto". Il concetto verrà ripreso e ampliato da società esoteriche e gruppi occulti, che la vogliono abitata da una razza superiore.

Guccini lo adopera anche come sinonimo di porto quieto, riposo offerto dalla morte ormai prossima che è forse solo l'inizio di un nuovo viaggio. Racconta a tal proposito l'artista:

"Non ci sarà un finale clamoroso, un ultimo concerto, perché penso sia meglio finire in silenzio, andare via a passi lenti e silenziosi piuttosto che con il clamore di una grande festa conclusiva. Allontanarsi, a poco a poco. Come l'ultimo verso de L'Ultima Thule, che «attende e dentro il fiordo si spegnerà per sempre ogni passione/ si perderà in un'ultima canzone di me e della mia nave anche il ricordo». Così preferisco essere poco a poco dimenticato."

2 risposte a “L’Ultima Thule”

  1. Guccini grande fino all’ultimo suo giorno. Anche nel descrivere il lento approssimarsi della fine. Grande da giovane e grande da vecchio, come grande l’emozione di chi lo ascolta.

  2. Ho ascoltato il vinile dopo anni di rispettoso riserbo, ho trovato un grande uomo che ci mancherà Mi viene in mente un antico suo brano, L’ albero ed io

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