George Brassens

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George BrassensGeorge Brassens nasce nel piccolo porto mediterraneo di Sète, il 22 ottobre 1921, da un muratore e da una casalinga di origini napoletane. La madre apprezza particolarmente le canzoni tradizionali del suo paese soprattutto quelle al mandolino, strumento sul quale George imparerà i primi rudimenti di tecnica che svilupperà più tardi con la chitarra. La passione per la poesia viene incoraggiata da un professore di francese, Alphonse Bonnafé, che diventerà, nel 1963, il suo primo biografo. Brassens inizia intanto a scrivere dei racconti e dei testi di canzoni che adatterà a delle melodie popolari, dando inoltre vita a un gruppo musicale chiamato Jazz, nel quale suona la batteria, che si esibisce in occasione di alcune feste municipali. I primi problemi arrivano però nel 1938 al terzo anno di liceo, in seguito allo scandalo, nel quale Brassens si trovò coinvolto, seguito alla denuncia di alcuni piccoli furti avvenuti nelle case degli allievi più abbienti. Sospesi gli studi, al diciassettenne Georges non resta che iniziare a lavorare con il padre nella piccola impresa edile di famiglia. A 18 anni, Georges pensa di lasciare Sète per la capitale, e l'espulsione dalle scuole gliene da' l'occasione. Mentre aspetta di poter partire, cresce la sua passione per la musica e in particolare sboccia in lui l'amore per Charles Trenet, idolo di mezza Francia, del quale imita lo stile, scrivendo i primi versi. Alla fine dell'anno scoppia la guerra, ma Sète è ancora ben lontana dagli avvenimenti che sconvolgono l'Europa. Nel febbraio del 1940 Brassens si trasferisce a Parigi. Durante i primi mesi vive da sua zia e lavora come operaio alla Renault, comincia a frequentare le biblioteche e a studiare i testi delle poesie francesi di Verlaine, Hugo, Apollinaire e gli altri. La Renault, viene bombardata e, quando i tedeschi entrano a Parigi, ritorna a Sète, ma questa volta non più per cercare lavoro: vuole dedicarsi interamente alla musica e alla poesia. Pubblica così a sue spese, nel 1942, il primo opuscolo di 13 poesie, A' la Valvole, nel quale rivela la sua vena satirica e anticonformista nei confronti di religione, giustizia, e morale. Nel marzo del '43, Brassens viene mandato in Germania, per il STO (Service du Travail Obligatoire), al campo di Basdorf, vicino Berlino. In Germania conosce Pierre Onténiente, che diventerà suo segretario nel 1956, lo scrittore René Fallet, il cantautore Jacques Brel, l'umorista Raymond Devos, l'attore Lino Ventura. Nel marzo del '44, è di ritorno in Francia dove viene ospitato da una famiglia (alla quale dedicherà la canzone Chanson pour l'auvergnat) fino al 1966, periodo nel quale compone la maggior parte delle sue opere. Sensibile alle idee anarchiche, a partire dal 1946, per guadagnarsi da vivere, scrive qualche articolo sulla rivista Le libertaire. Nel 1947 esce il suo primo romanzo, La lune écoute aux portes. Nello stesso periodo incontra la donna della sua vita, d'origine estonienne, Joha Heiman, di cui dirà "Non è la mia donna, è la mia dea". Il primo concerto dal vivo, nel 1951, è un mezzo fiasco. La vera svolta avviene agli inizi del 1952, quando alcuni amici lo convincono a fare un provino in un famoso cabaret di Montmartre. La titolare, rimastane affascinata, lo convince a esibirsi nel suo locale spianandogli la via al successo. Brassens comincia a suonare in più locali e arrivano i primi guadagni. Il direttore artistico di una famosa casa discografica (la Polydor) e proprietario del cabaret Les Trois Baudets, lo ingaggia e gli propone di fargli registrare qualche canzone. Anche le prime recensioni sono favorevoli. Nel 1953, nonostante l'ostilità incontrata a causa dei testi delle sue canzoni, e grazie all'ostinazione dell'editore, registra i primi 2 dischi, che sono subito tra i più venduti. Il 16 ottobre 1953 fa la sua prima grande comparsa sulla scena parigina e pubblica il suo romanzo La Tour des miracles. Nel 1954, Brassens ottiene il Gran Premio del Disco dell'accademia Charles Cros per l'album Le parapluie. Due anni dopo Brassens fa il suo esordio nel cinema, interpretando il proprio ruolo nel film Portes de lilas di René Clair. Presentato fuori concorso, questo film riscuote un grande successo di critica e di pubblico al Festival di Venezia del 1957.Per l'insieme della sua opera nel 1967 Brassens riceve il Gran Premio della Poesia dall'Accademia di Francia e si ritrova, senza volerlo, ad essere materia di esame nelle scuole superiori. Attento osservatore della realtà, autore di testi fortemente satirici contro il potere e la violenza, vive il '68 nella maniera più coerente con la sua filosofia: cerca di divulgarne le idee attraverso le sue esibizioni, sempre più limitate a causa dei dolorosissimi calcoli renali che lo accompagnano fin dall'età di 25 anni. Nel 1976-77 è in scena ininterrottamente per 5 mesi. Sarà il suo ultimo tour de chant. Nel 1979 grazie a Moustache, noto batterista di jazz, e la sua band le Petits Français, ottiene un altro "Gran Premio del Disco" con l'album "Brassens en Jazz". Nell'80, colpito da tumore all'intestino, subisce un intervento chirurgico, ma torna subito al lavoro per preparare un nuovo disco. Purtroppo però la malattia avanza inesorabile e la morte lo coglie il 29 ottobre 1981. Ci lascia con discrezione, la stessa con cui aveva sempre vissuto, senza far rumore."Si è assentato" come dicono gli amici.Il giorno della sua morte, vero e sentito lutto nazionale, Yves Montand, prima di cominciare un suo spettacolo, riassume lo stato d'animo di tutto un popolo dicendo: "Georges Brassens ci ha fatto uno scherzo. É partito per un viaggio. Alcuni dicono che è morto. Morto? Ma cosa significa morto? Come se Brassens, Prevert, o Brel potessero morire!"

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