Prezioso (2019)

Alichino

Gianmaria Testa

Alichino da Prezioso, Gianmaria Testa
Alichino, testo
Non sono il re dei saltimbanchi
vengo dal buio più lontano
dei vostri sogni malsognati
sono gran maestro e ciambellano

E porto una maschera sottile
più nera della pece e del peccato
e porto dagli inferi la voce
dello spergiuro e del dannato

A chi mi crede malandrino
facile allo scherzo e allo sghignazzo
io faccio uno sgambetto senza inchino
che di risate mi sono rotto il cazzo

A chi mi crede malandrino
facile allo scherzo e allo sghignazzo
io faccio uno sgambetto senza inchino
che di risate mi sono rotto il cazzo

Io sono l'Alichin dei Malebranche
già della quinta bolgia i punitori
con Rubicante l'orrido cagnazzo
teniamo giù la testa ai barattieri

La testa gli teniamo nel catrame
bollente sia di fiamme che vergogna
a chi ha frodato gli altri per potere
a chi ha rubato senza aver bisogna

E non mi chiamate servitore
che non sono al soldo di nessuno
da dove vengo io non c'è padrone
e chi fa il padre eterno vaffanculo

E non mi chiamate servitore
che non sono al soldo di nessuno
da dove vengo io non c'è padrone
e chi fa il padre eterno vaffanculo
e chi fa il padre eterno vaffanculo
e chi fa il padre eterno vaffanculo
Alichino, note e significato

Alichino, anche noto come Annequin, Hennequin, Hannequin, è un demone del folklore europeo, legato alla figura di Arlecchino. Gianmaria Testa lo presenta nella versione dantesca (Canti XXI, XXII e XXIII), inserito nel gruppo di diavoli delle Malebranche. Questi controllano la quinta bolgia dell'ottavo cerchio, quello dei fraudolenti.

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