Servillo risolleva la noiosa e inutilmente descrittiva prima parte a base di coca e orge, regalando un paio di buone battute e un lato “umano” di Berlusconi. La frase più significativa è pronunciata però da Kira: “Dura la vita quando non sai fare un cazzo”, perfetta descrizione del cerchio magico del Cavaliere.
Gli stacchi onirici sono dubbi e un po’ troppo brutali: il pubblico/elettorato italiano, rappresentato da una pecora, che muore senza accorgersene; la bassezza dei papponi che arrivano a invadere le strade di roma come un rinoceronte impazzito; il sudiciume sollevato ogni volta che si tenta di evitare il ratto di uno scandalo.
Trovo sia ancora troppo presto per fare film significativi su Berlusconi, perché per raccontare l’uomo è necessario raccontare la società che gli ha permesso di raggiungere il potere. In ogni caso è chiaro che più dei nomi dei suoi ministri gli italiani ricorderanno quelli delle sue troie.
biografico drammatico passabile