Le Avventure di Tintin

Il Loto Blu

Le Lotus Bleu

1934 © Casterman

Il Loto Blu, anche noto col titolo Il Drago Blu, venne pubblicato a puntate su Le Petit Vingtième tra il 9 Agosto 1934 e il 17 Ottobre 1935. Verrà pubblicato integralmente da Casterman nel 1936. La prima versione a colori è del 1946.

Il racconto è una continuazione del precedente I Sigari del Faraone, ma tematicamente si discosta parecchio dai suoi predecessori: Hergé, storicamente vicino ad ambienti ultra-cattolici e monarchici, abbandona gli stereotipi cari alla sottocultura conservatrice (bolscevichi cattivi, negri pigri e stupidi, ebrei avidi), sostituendoli con una rappresentazione verosimile della vergogna del colonialismo europeo e giapponese; non a caso il Giappone chiederà ufficialmente al Belgio di censurare Il Loto Blu.

Zhang Chongren
Zhang Chongren

In quest’opera di ricerca Hergé è stato aiutato da Padre Gosset, il cappellano degli studenti cinesi dell’Università di Leuven, il quale, insistendo sulla necessità di una trama ben documentata, gli presenta lo studente di belle arti Zhang Chongren (1907 – 1998). I due si troveranno subito in sintonia ed è anche grazie a questa amicizia internazionale che Il Loto Blu assumerà quella verosomiglianza storica che lo rende tanto apprezzato al giorno d’oggi. Il personaggio di Chang Chong-Chen, introdotto ne Il Loto Blu e co-protagonista de Tintin in Tibet, si ispira infatti all’amico cinese.

Nel 1935, dopo un lungo viaggio in Europa, Zhang ritornerà in patria e i due perderanno i contatti per oltre vent’anni. Hergé cercherà disperatamente di avere notizie dell’amico; con questo fine, è tentato di accettare l’invito ufficiale in Cina ricevuto nel 1939 da Soong Mei-ling, moglie del Presidente Cinese Chiang Kai-shek, rimasta positivamente colpita da Il Loto Blu. Purtroppo la difficile situazione politica europea, ormai prossima alla Seconda Guerra Mondiale, lo farà desistere da questo intento.

Hergé e Zhang nel 1981
Hergé e Zhang nel 1981

In seguito alla guerra cino-giapponese e alla Rivoluzione Culturale Cinese, Zhang sarà ridotto a svolgere lavori umili; a metà Anni Settanta, grazie al miglioramento del clima politico e alla liberalizzazione economica, Zhang verrà messo a capo dell’Accademia di Belle Arti di Shangai. Nel mentre, Hergé non si dà per vinto e continua a chiedere ad ogni cinese che capiti nelle sua vicinanze se per caso non conosca Zhang. Ha fortuna in un ristorante cinese di Bruxelles, dove incontra uno dei suoi figliocci. Grazie a questo contatto e al nuovo impiego di Zhang, questi potrà rientrare in Francia nel 1981, dove incontrerà nuovamente, sotto i riflettori dei media, il suo amico belga.

Hergé resterà deluso da questo incontro, un po’ per l’eccessiva copertura mediatica, un po’ per la mancanza di temi comuni in un’amicizia vecchia di trent’anni. Nel 1989, ricevuta la cittadinanza francese, Zhang si trasferirà vicino a Parigi, a Nogent-sur-Marne, dove passerà i suoi ultimi anni.