L’idea è buona ma i dialoghi si evolvono in maniera troppo diretta e per questo il film perde in poeticità. L’avvio è troppo veloce e inverosimile anche per un film romantico (chiunque abbia conversato con una bella viaggiatrice su un treno sa bene quanto sia difficile convincerla a scendere alla propria fermata). La superficialità e malriuscita noncuranza con cui si snocciolano discorsi sulla morte, sul sesso o sulla reincarnazione ne eliminano qualunque profondità. Lo sceneggiatore sembra non voler perdere una possibilità di far evolvere la “trama” in maniera banale, dalla chiromante, al poeta di strada fino all’improponibile barista gentile che offre una bottiglia di vino a credito. Per il resto Vienna è una gran bella città.
deludente romantico