Musica ClassicaAnni riportati nella nota
Capriccio n° 5
Musica Classica
Testo
note e significato
Il Capriccio n° 5, è forse il brano più famoso di Paganini. Universalmente noto per la sua difficoltà di esecuzione, richiede per essere suonato una notevole tecnica e padronanza dello strumento. Sono state scritte numerose versioni anche per altri strumenti, in particolare per chitarra (suonata da virtuosi come Jason Becker, Yngwie Malmsteen e Steve Vai), che l'hanno fatto a conoscere anche al grande pubblico.
Nicolò (o Niccolò) Paganini nasce a Genova il 27 ottobre 1782 in una famiglia di origini modeste. Il padre, appassionato di musica, lo costringe fin dalla più tenera età ad esercitarsi al mandolino. A 10 anni si dedica quindi allo studio del violino e a 13 tiene il suo primo concerto, col fine di raccogliere i soldi necessari a pagare un buon maestro. L'anno successivo comincia a prendere anche lezioni di composizione. Il suo nome comincia a farsi conoscere tanto che viene invitato a suonare nella serata inaugurale di un nuovo teatro livornese. In quell'occasione gli viene fatto dono di un violino, soprannominato "Cannone" che diventerà poi lo strumento preferito dal musicista genovese e da questi lasciato nel suo testamento alla città di Genova.
A 19 anni comincia a dedicarsi anche alla chitarra, componendo numerose sonate e concerti mai pubblicati, e poco noti al grande pubblico, che lega il nome di Paganini esclusivamente al violino. A 23 anni si esibisce a Lucca alla corte della principessa Elisa, sorella di Napoleone, e poi a Torino. Durante questi anni conduce una vita sregolata, tra donne, taverne e giochi d'azzardo. Girando l'Italia in lungo e in largo stringe numerose amicizie con altri grandi compositori e musicisti, primo tra tutti Gioacchino Rossini. Il successo europeo arriva attorno al 1830 quando Paganini viene invitato nelle corti d'Austria e di Prussia, per approdare infine a Parigi. Purtroppo, verso la metà degli anni '30, si ammala gravemente diventando praticamente muto. Riesce a comunicare solo tramite biglietti o grazie al figlio Achille, che riusciva a leggergli le labbra. A nulla valgono i tentativi dei numerosi medici consultati, e Paganini si spegne a Nizza il 27 maggio 1840.
Tra i numerosi autori influenzati dalle composizioni di Paganini si ricordano: Franz Liszt, Robert Schumann, Frédéric Chopin, Johann Brahms, Sergei Rachmaninov e Marcello Abbado.
Un breve paragrafo a parte merita il detto "Paganini non ripete". A quanto pare, esso ha origine da un concerto tenuto a Torino nel 1818: alla fine di questo un notabile del tempo pregò Paganini di ripetere un suo brano. Il musicista genovese, noto per improvvisare molte delle sue musiche, rispose "Paganini non ripete", forse per sottolineare di non essere un semplice musicista che suona una partitura. A causa di questo sgarbo a Paganini venne proibito di tenere il concerto successivo.