Il personaggio di Gregory House, lo Sherlock Holmes dei medici, è semplicemente geniale e Hugh Laurie lo interpreta alla perfezione. In particolare è da elogiare la varietà di temi etici affrontati nel corso delle 8 stagioni. Anche il format alla quale la serie rimane fedele per tutte le 177 puntate è interessante: cosa insolvibile, ipotesi errate, momento di serendipità che si ricollega alla cornice dell’episodio, soluzione del caso. Per ovviare alla ripetitività di questo copione gli sceneggiatori sono costretti a cambi improvvisi di trama (spoiler alert): fine del matrimonio tra Chase e Cameron, suicidio di Kutner, morte di Amber, fuga di Tredici, rottura tra Cuddy e Lucas, rottura tra Cuddy e House e così via. Per quanto accattivanti, queste improvvise divergenze rovinano in qualche modo l’armonia del racconto. Nonostante questo, e il finale a lieto fine, l’opera è indubbiamente uno dei punti più alti delle serie TV di inizio secolo.
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