Che si tratti di un grande film si intuisce già dall’incipit, con la perfetta rappresentazione del terrore e dell’isterismo che imperversano sulla città di Düsseldorf, sconvolta da un serial killer che prende di mira i bambini.
Notevoli sono i dettagli che caratterizzano ogni scena, dove nulla è lasciato al caso, e la descrizione minuziosa dell’operato della polizia. A tratti lento, ma nonostante questo ancora godibile.
La tematica dell’infermità mentale era molto sentita nella Germania di Weimar e nel giro di pochi anni i nazisti daranno la loro disumana risposta con l’eutanasia dell’Aktion T4 di Berlino. A tal proposito, pare che il proprietario del set dove il film venne girato avesse inizialmente negato il permesso di utilizzo, in quanto temeva che la pellicola attaccasse i nazisti parlando degli omicidi politici da loro perpetrati.
Immortale il monologo difensivo di László Löwenstein (1904 – 1964, nome d’arte Peter Lorre) che si farà apprezzare successivamente in L’uomo che sapeva Troppo, Arsenico e Vecchi Merletti e Casablanca. Da non dimenticare anche gli influssi che M – Il Mostro di Düsseldorf avrà sul fumetto d’azione e di fantascienza, ispirando tra le molte opere Il Marchio Giallo di E. P. Jacobs.
leggendario poliziesco thriller