Un altra prova interessante di Pasolini che ancora una volta riesce a mischiare con maestria sacro e profano, citazione storica e vita quotidiana, politica e farsa. Il regista presenta inoltre un volto inedito di Totò, un po’ meno improvvisato, un po’ più riflessivo ma sempre grande. Il simbolismo e la “trama” sono lasciati all’interpretazione personale ma si intravede il tema della ricerca del senso della vita, dell’alternarsi delle generazioni e della spiritualità. Volendo fare un paragone si tratta di un “Aspettando Godot” un po’ più elaborato. Belle le musiche di Morricone.
buono sperimentale