Quello che Non... (1990)
Quello che Non...
Francesco Guccini
Quello che Non...
Testo
Testo
La vedi nel cielo quell'alta pressione?
La senti una strana stagione?
Ma a notte la nebbia ti dice d'un fiato che il Dio dell'inverno è arrivato.
Lo senti un aereo che porta lontano?
Lo senti quel suono di un piano,
di un Mozart stonato che prova e riprova,
ma il senso del vero non trova?
Lo senti il perché di cortili bagnati,
di auto a morire nei prati,
la pallida linea di vecchie ferite,
di lettere ormai non spedite?
Lo vedi il rumore di favole spente?
Lo sai che non siamo più niente?
Non siamo un aereo né un piano stonato,
stagione, cortile od un prato.
Conosci l'odore di strade deserte che portano a vecchie scoperte,
a nafta, telai, ciminiere corrose,
a periferie misteriose,
a rotaie implacabili per nessun dove,
a letti, a brandine, ad alcove?
Lo sai che colore han le nuvole basse e i sedili di un'ex terza classe,
l'angoscia che dà una pianura infinita,
hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla?
Lo sai che non siamo più nulla?
Non siamo una strada né malinconia,
un treno o una periferia,
non siamo scoperta né sponda sfiorita,
non siamo né un giorno né vita.
Non siamo la polvere di un angolo tetro
né un sasso tirato in un vetro,
lo schiocco del sole in un campo di grano,
non siamo, non siamo, non siamo.
Si fa a strisce il cielo e quell'alta pressione
è un film di seconda visione,
è l'urlo di sempre che dice pian piano:
"Non siamo, non siamo, non siamo."
La senti una strana stagione?
Ma a notte la nebbia ti dice d'un fiato che il Dio dell'inverno è arrivato.
Lo senti un aereo che porta lontano?
Lo senti quel suono di un piano,
di un Mozart stonato che prova e riprova,
ma il senso del vero non trova?
Lo senti il perché di cortili bagnati,
di auto a morire nei prati,
la pallida linea di vecchie ferite,
di lettere ormai non spedite?
Lo vedi il rumore di favole spente?
Lo sai che non siamo più niente?
Non siamo un aereo né un piano stonato,
stagione, cortile od un prato.
Conosci l'odore di strade deserte che portano a vecchie scoperte,
a nafta, telai, ciminiere corrose,
a periferie misteriose,
a rotaie implacabili per nessun dove,
a letti, a brandine, ad alcove?
Lo sai che colore han le nuvole basse e i sedili di un'ex terza classe,
l'angoscia che dà una pianura infinita,
hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla?
Lo sai che non siamo più nulla?
Non siamo una strada né malinconia,
un treno o una periferia,
non siamo scoperta né sponda sfiorita,
non siamo né un giorno né vita.
Non siamo la polvere di un angolo tetro
né un sasso tirato in un vetro,
lo schiocco del sole in un campo di grano,
non siamo, non siamo, non siamo.
Si fa a strisce il cielo e quell'alta pressione
è un film di seconda visione,
è l'urlo di sempre che dice pian piano:
"Non siamo, non siamo, non siamo."
Non Chiederci La Parola
originale
originale
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Quello che Non...
note e significato
note e significato
"Quello che non..." riprende un tema caro al poeta Eugenio Montale, quello del pensatore che, nella società moderna, non è più dispensatore di verità ma di dubbi. Una simile tematica era già stata affrontata da Guccini, anche se in maniera meno lirica, ne La canzone della Bambina Portoghese. In particolare è possibile scorgere un riferimento alla poesia "Non Chiederci La Parola" il cui testo è riportato qui sotto:
Conosco Guccini dagli anni ’60, nell’osteria da Vito e alle Dame. E questa canzone la sentii anni fa ma non sapevo il titolo. Risentendola oggi trovo che è stupenda. Grazie di cuore Francesco