Depressione Post-Elettorale

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“E’ Primavera ma sembra sia tornato l’Inverno”
15 Aprile 2008

Raggiunto durante il mio periodo di studi in Austria dalla notizia che gli italiani, dopo quindici anni di leggi ad personam, finanza creativa e manipolazione dell’informazione, ancora riescono ad esprimere una forte preferenza per il vecchietto di Arcore e il suo fido sbraitante di Varese, non mi resta che pensare seriamente a cambiare paese, come più volte mi hanno caldamente consigliato di fare gli elettori di Sua Emittenza III.

Depressione Post-Elettorale - Opera dedicata a tutti gli italiani all'estero che si dovranno subire gli stessi dileggi di cui sono bersaglio io in questi giorniOpera dedicata a tutti gli italiani all’estero che si dovranno subire
gli stessi dileggi di cui sono bersaglio io in questi giorni

Intendiamoci, non è che quindici anni fa la politica italiana fosse un sogno, altrimenti non avrebbe permesso l’avvento dei personaggi che vediamo oggi in prima linea. Però c’era di sicuro un altro modo di fare: si veniva presi per il culo, sì, ma in modo più elegante; si era sempre l’ultima ruota del carro, è vero, ma con rispetto; si rubava a destra e a manca, d’accordo, ma alla fine grosso modo si stava tutti meglio.

E ci si faceva qualche scrupolo in più prima di mentire spudoratamente, si parlava solo quando strettamente necessario, ogni tanto si stupiva la platea con qualche gesto simbolico (come dimettersi una volta colti in flagrante di qualche azione non proprio corretta, anche se magari non penalmente rilevante).

Oggi no. Niente di tutto questo. Veniamo bersagliati da così tante informazioni che Vero e Falso diventano relativi, dei punti di vista, parole senza una definizione propria. Tutto viene uniformato, anestetizzato, sbiadito, nell’incessante ronzio del piccolo schermo. “E’ la degenerazione del relativismo del ‘900” dirà chi ha studiato la Storia. “Lo diceva anche Einstein che tutto è relativo” , diranno filosofi e giornalisti senza aver mai letto un libro di fisica quantistica o una biografia dello studioso tedesco. “Mi dica quanti etti di Verità vuole che glieli incarto” , dirà infine chi le certezze le fa e non permette agli altri neanche di discuterle.

La situazione non è certo delle più rosee. Anche la Scienza, e di conseguenza il ragionamento logico-deduttivo che ne sta alla base, sembra aver abbandonato quel ruolo di guida dell’umanità che aveva assunto nei periodi migliori della nostra Storia. Fa quasi tenerezza vedere, nei vecchi film, la stima e il rispetto portati per “Lo Studioso”, “Il Professore”, “Il Dottore”…

La parola “Tecnologia” è ancora sinonimo di “stregoneria”, ma il timore reverenziale nei confronti della Scienza è andato perduto. Chi se ne occupa è un tipo strambo, spesso asociale, a volte snob. L’uomo medio non riesce neanche ad apprezzare il miracolo della lampadina che si accende alla pressione di un interruttore, la meraviglia degli elettroni che trasportano informazioni a velocità luce o la magia insita nelle più recenti scoperte della genetica. “Funziona, questo mi basta” . Così abbiamo navigatori satellitari ma non sappiamo usarli, facciamo interventi chirurgici di precisione nanometrica ma ci fidiamo delle medicine orientali, abbiamo la Conoscenza a portata di click ma non la utilizziamo.

Tornando a bomba, non bisogna stupirsi se si è smarrita, soprattutto in Italia, la capacità di ragionare e di discernere. Qualche decennio fa esisteva un gruppo di persone che si prefiggeva come scopo proprio quello di creare una dittatura televisiva, nella quale il consenso fosse ottenuto grazie al controllo dei mezzi di comunicazione. Io credo che ci siano riusciti ma mi astengo dal darne un giudizio di merito. Probabilmente, avendone i mezzi e constatando quanto sia facile abbindolare la gente con un po’ di calcio, telenovelas e veline, sarei tentato anche io dallo stesso progetto. Solo non posso fare a meno di essere infastidito quando sono costretto ad ascoltare menzogne, a subire il marketing più becero, a essere trattato come un ingenuo.

“I politici sono tutti uguali” si sente spesso dire da chi pensa di avere avuto una grande intuizione. Falso. Ci sono inquisiti e non inquisiti, ci sono condannati e non condannati, c’è gente competente e gente non competente. C’è chi è più onesto e chi è meno onesto. Ci siamo noi e ci sono loro. Essere adulti vuol dire proprio sapere scegliere l’opzione meno deludente (che puoi vuol dire la più presentabile) senza cominciare a lagnarsi, fare capricci, battere i piedi davanti alla sorprendente complessità del reale.

Quante persone migliori del nostro partner ci saranno nel mondo? Quanti lavori più consoni alla nostra personalità? Quanti posti più belli in cui vivere? Ma nell’istante in cui dovevamo fare la scelta, per il tempo che avevamo a disposizione, abbiamo cercato di trovare la persona più in sintonia con noi, il lavoro più interessante, la città più vivibile. Essere consapevoli di questa immensità di scelte che si srotola davanti ai nostri occhi e, ciononostante, continuare a combattere, a decidere e a ragionare richiede un’enorme dose di coraggio (o di arroganza, come pensano alcuni teologi).

Stessa cosa vale per la politica: votare il meno peggio è un dovere del cittadino e non ditemi che la scelta è difficile, quando si tratta di scegliere tra chi presenta gente condannata per mafia, truffa e associazione a delinquere e chi presenta solo qualche ladruncolo neanche particolarmente furbo. Tra chi ha fatto leggi per salvare se stesso dalla galera e chi gliele ha lasciate fare. Tra chi fa i suoi interessi e chi fa almeno gli interessi di un gruppo di persone. Tra chi si allea con uno dei pontefici più medioevali degli ultimi secoli e chi è compagno di partito di un ex-radicale scopertosi improvvisamente baciapile. Tra chi ha delle Veline per i momenti di relax e chi si deve accontentare del cilicio della Bigotti.

Continueranno gli irriducibili: “C’è un sistema con cui si parano il sederino a vicenda” . Può anche essere: gli umani, nella loro Storia, hanno sempre dimostrato questa straordinaria capacità di allearsi a gruppi contro altri gruppi. Basta avere nel gruppo persone più serie delle altre per avere un leggero miglioramento. Poco per volta, diciamo, in cinquemila anni, le cose potrebbero anche sistemarsi completamente.

E’ tragico, ma alternative a questa snervante attesa, a questa infinitesima evoluzione, a questa lotta senza vincitori non ce ne sono. “Di là si fa prima” lo diceva anche il comandante del Titanic…

Depressione Post-Elettorale - Un'Italia piena di comandanti Schettino affonda giorno dopo giornoUn’Italia piena di comandanti Schettino affonda giorno dopo giorno

Un caro amico “Romano” mi scrive:

“Questa mattina, sul bus 779, ho assistito in diretta alla formazione di un ingorgo stradale,causa semaforo fuori uso. Tutti che suonavano il clacson e gridavano nel loro dialetto, tutti che si spingevano sempre più dentro alla marmellata per non cedere il passo agli altri. E’ durato un quarto d’ora, ma sembrava proprio la fotografia del nostro disperato paese.”

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