Polonia, Polska

Polonia, Polska

La Polonia ha un posto privilegiato nella mia memoria, non solo per le numerose amicizie strette con gli abitanti di questo nazione, ma anche per aver in un certo modo acceso la mia passione per il viaggio. Il primo incontro significativo con persone di un altro paese è avvenuto infatti proprio con due polacchi, da noi ospitati, grazie alla tanto sorprendente quanto inaspettata insistenza di mia mamma, in occasione del pellegrinaggio di Taizè dell'inverno del 1998. Marek e Joanna, originari di Skoczów, una piccola cittadina non molto distante dal confine con Repubblica Ceca e Slovacchia, sono una coppia simpatica, rispettivamente di venti e diciotto anni, che ha approfittato del pellegrinaggio per compiere un primo viaggio al di là del Muro. Ai nostri ospiti Milano appare immensa e ricca di storia ed è subito chiaro il loro intento di visitare il più possibile la città. Ho solo undici anni ma percepisco chiaramente lo stupore nei loro occhi mentre ci raccontano della visita in Centro organizzata dalla parrocchia. La cosa che sembra averli colpiti maggiormente sono le vie illuminate e il grande albero addobbato di Piazza del Duomo.

Polonia, Racconto di Viaggio, Carta Politica
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Joanna, studentessa di moda e trucco, parla un buon inglese mentre Marek, alto, biondo e fiero proprietario di una bottiglia di gel da due litri, non padroneggia bene questa lingua. Ciononostante riusciamo ad intenderci anche se a volte la ragazza deve tradurre in Polacco i discorsi più complicati. Sebbene seguissi già corsi di inglese e tedesco a scuola, mi colpisce per la prima volta il fatto che dei suoni a me incomprensibili riescano a comunicare concetti e sensazioni ad un altra persona. Il fascino del polacco, che al mio orecchio inesperto appare come un magico susseguirsi di sibilii, mi conquista subito e, grazie alla mia esuberanza giovanile, riesco a convincere Marek ad insegnarmi un paio di parole. Così, armato di carta e penna, osservo il giovane tracciare con eleganti svolazzi i caratteri tipici della lingua polacca mentre cerca di insegnarmene la pronuncia. Un compito arduo, ma prima di sera riesco a dire cześć (ciao), dziękuję (grazie) e dobranoc (buonanotte). Certo di scordarmi tutto al mio risveglio, mi addormento soddisfatto.

L'alfabeto polacco, in grigio le lettere che non appartengono originariamente a questa lingua.L'alfabeto polacco, in grigio le lettere che non
appartengono originariamente a questa lingua.

Sono passati quasi dieci anni da quella sera e sono da poco atterrato a Linz per il periodo Erasmus di studio all'estero. I due polacchi sono una felice memoria, di tanto in tanto rinverdita dal reciproco scambio di lettere e auguri. Come avevo appreso pochi mesi prima da un pacco contenente foto dell'evento, i due si sono sposati e ricordano sempre con piacere il soggiorno in Italia. Non posso fare a meno di pensare a loro quando scopro che la mia vicina di banco al corso di tedesco è anche lei polacca, così come il ragazzo che siede una fila dietro. Nonostante la comune nazionalità, i due non sembrano andare parecchio d'accordo: lei, Karolina, originaria di Varsavia, si sente offesa dai commenti poco lusinghieri sulla capitale che lui, Bartek, proveniente da Cracovia, considera artisticamente non all'altezza di altre città del paese.

Varsavia vista dalla cittadina di Praga in un dipinto del Canaletto (1770)Varsavia vista dalla cittadina di Praga
in un dipinto del Canaletto (1770)

Varsavia, come era da anni nei barbari e deliranti progetti di germanizzazione dei paesi slavi di Hitler, venne infatti completamente distrutta dai nazisti nel 1944. L'infame operazione cominciò non appena sedata l'insurrezione di Varsavia che tenne in stallo le armate tedesche per oltre tre mesi e il cui fallimento è in buona parte da imputare al mancato intervento dell'armata russa. Gli edifici storici vennero abbattuti, le biblioteche distrutte, i libri bruciati. Un gesto disumano e inutile, visto che la città sarebbe passata nel giro di pochi mesi nelle mani degli alleati. Diventato stato satellite dell'Unione Sovietica, la Polonia riceverà fondi per ricostruire la propria capitale a partire dagli antichi progetti e dipinti scampati all'animalesca furia distruttrice dei nazisti. Gli edifici della capitale hanno quindi ancora il fascino dei secoli passati ma i colori sgargianti e i muri in perfetto stato denotano la loro recente costruzione.

Lo bandiera dell'Armia Krajowa, l'esercito partigiano polacco, con le iniziali del motto Polska Walcząca ('La Polonia che combatte').Lo bandiera dell'Armia Krajowa, l'esercito
partigiano polacco, con le iniziali del motto
Polska Walcząca ('La Polonia che combatte').

Nei mesi successivi conosco molti altri giovani polacchi: Agnieska, che studia italiano, Mariusz, famoso per andare al bar con qualche fetta di speck al fine di assorbire meglio l'alcol, e Szimon, dal quale acquisto una scassatissima ma molto fedele bicicletta. Quest'ultimo vive da diversi anni in Germania e il suo polacco sembra averne parecchio risentito, tanto che spesso gli viene domandato dove lo abbia imparato così bene. Il rapporto tra tedeschi e polacchi è da sempre abbastanza tmeso: culturalmente molto diversi, i due paesi sono stati testimoni, specie dopo la caduta del Muro, di una forte immigrazione polacca da una parte e degli investimenti e delle speculazioni dell'ex-Germania dell'Ovest dall'altra. Così, se nello stereotipo tedesco i polacchi sono dei pochi di buono specializzati in furti ('Visita la Polonia, la tua auto è già là', recita una battuta molto popolare), i polacchi ricordano ancora le atrocità commesse dai vicini teutonici durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante questo, come fortunatamente spesso accade, le colpe dei compatrioti del presente e del passato non impediscono la nascita di solide amicizie tra i giovani dei due paesi.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza di VarsaviaIl Palazzo della Cultura
e della Scienza di Varsavia

Il periodo Erasmus passa in un baleno e dovrò aspettare ben due anni prima di incontrare un altro polacco. A Trento, durante la festa di addio dell'amico Amir, conosco la biondissima Ewa, di Varsavia, appena arrivata per il suo semestre di studio in Italia. Ewa, lettrice onnivora, brillante studentessa di psicologia ed economia e appassionata giocatrice di scacchi, è una ragazza molto attiva con la quale è piacevolissimo viaggiare e discorrere degli argomenti più disparati. Trascorrono così quattro mesi spensierati, tra feste nella casa di Vela, dove gli studenti Erasmus sono 'confinati', passeggiate lungo l'Adige ed escursioni in montagna. Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto. E questo, sorprendentemente, accade.

In meno di un anno, sul finire di un soleggiato Maggio 2011, mi imbarco sul volo Ryanair diretto da Dortmunda Lódz (in quel periodo vivo a Bonn, in Germania). Sull'aereo, a fianco a me, siedono due tedeschi che sembrano parecchio entusiasti all'idea di atterrare nella sconosciuta cittadina polacca. Domando quale sia il motivo di tanta eccitazione e in breve scopro che i due fanno parte di un gruppo di appassionati di tram e Lódz sembra aver conservato degli esemplari di particolare interesse, sia per tipo di alimentazione che per design dei vagoni. Riflettendo sulla stranezza di certi hobby attraverso rapidamente le sale del piccolo aeroporto fino a raggiungere l'ingresso dove incontro una Ewa tutta sorridente. Saliti sul piccolo bus diretto alla stazione ferroviaria di Fabryczna, da dove proseguiremo poi per Warszawa Centralna, ci aggiorniamo sulle nostre comuni conoscenze e sulle nostre vite.

Il parco di ŁazienkiIl parco di Łazienki

Giunti nella capitale, Ewa mi mostra subito quello che è forse l'edificio più rappresentativo e al tempo stesso discusso della città: il Palazzo della Cultura e della Scienza (Pałac Kultury i Nauki). Costruito dai russi nel 1955 e inizialmente dedicato a Stalin, il Palazzo, con i suoi 231 Metri di altezza, è tra gli edifici più alti dell'Unione Europea. Simbolo della dominazione russa sul paese si è guadagnato, mi racconta Ewa, diversi soprannomi: Pajac ('pagliaccio', che in Polacco fa assonanza con palazzo), Siringa di Stalin e Torta di Matrimonio Russa. Varsavia è ormai una metropoli europea piena di grattacieli ma è facile immaginare come negli anni Cinquanta, al momento della sua inaugurazione, l'edificio risultasse in completa disarmonia architettonica con il resto della città. Si racconta infatti che dall'alto della sua terrazza si godesse la vista più bella di Varsavia, dato che da lì, almeno, il Palazzo stesso non era visibile. Nonostante le numerose critiche, l'immensa costruzione ha ospitato nel tempo personalità importanti, tra i quali, oltre a diversi capi di stato, i Rolling Stones e Leonard Cohen.

Un piatto di Gołąbki ('l' si legge come una specie di 'u')Un piatto di Gołąbki
('l' si legge come una specie di 'u')

Mentre cerco di decidere se il gigantesco palazzo mi piaccia o meno entriamo nella metro di Varsavia, composta da una sola linea che attraversa la città da Nord a Sud. Scendiamo a Sluzew, nella periferia Sud dove Ewa abita con la madre. Fuori dall'edificio è parcheggiata una Trabant in ottime condizioni. La macchina, prodotta a Zwickau, nella Germania dell'Est, era la vettura più comune usata nel blocco sovietico e viene ancora oggi ricordata, tra il nostalgico e lo scherzoso, come un simbolo del fallimento del modello russo. La casa è spaziosa e dotata di un moderno ascensore. Gl interni sono stati recentemente rinnovati e alcuni stereotipati mobiletti marroni sono tutto quello che resta del precedente design sovietico. Danuta, la madre di Ewa, mi accoglie alla porta e in breve ci mettiamo a tavola. Scopro così la prima piacevole sorpresa della cucina polacca: i Golabki, cucinati per l'occasione dal fratello di Ewa, sono un sostanzioso piatto tradizionale preparato avvolgendo della carne trita con foglie di cavolo e peperone. Il nome significa 'piccione' ed è dovuto alla forma della pietanza che ricorda in qualche modo un volatile. La serata trascorre tranquilla e, tra chiacchere e vino, ho il privilegio di giocare a scacchi su una bellissima scacchiera fatta a mano che apparteneve al padre della mia amica.

Pałac na WodziePałac na Wodzie

Per il giorno seguente è previsto un impegnativo giro turistico: approfittando della mattina soleggiata, si comincia con lo splendido e immenso parco barocco di Lazienki che ospita numerose costruzioni caratteristiche: il Palazzo sull'Acqua (Palac na Wodzie), costruito nel mezzo di un lago artificiale, il Teatro Romano, suggestivamente popolato da pavoni, la statua del compositore Fryderyk Chopin, ricostruita dopo la guerra, e la Casa Bianca (Bialy Domek), nella quale Luigi XVIII ha soggiornato per cinque anni durante il suo esilio. In un bar del parco ci concediamo un gustoso gofry, un dolce tipico composto da una cialda ricoperta di panna e cioccolato e quindi ci avventuriamo per il curatissimo giardino botanico dove fiori e scoiattoli si preparano a dare il benvenuto alla stagione estiva.

Panorama di Piazza Zamkowy. A sinistra le mura della città, al centro il Castello e a destra la Colonna di Sigismondo, il monumento più antico della città (risalente al 1644)Panorama di Piazza Zamkowy.
A sinistra le mura della città, al centro il Castello e a destra
la Colonna di Sigismondo, il monumento più antico della città (risalente al 1644)

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo con il tram il Castello Reale, ricostruito e restaurato negli ultimi cinquantanni grazie una sottoscrizione popolare. All'interno si alternano numerose sale magnificamente arredate. Rimango colpito in particolare dalla Stanza del Consiglio, sormontata da un dipinto raffigurante il Ducato di Lituania e Polonia. Noto che i polacchi sembrano ricordare il comune passato delle due nazioni con molta più intensità dei loro vicini baltici, come confermano i numerosi doppi stemmi che decorano le sale. Usciti dal castello, ci inoltriamo tra le piccole stradine della Città Vecchia (Starówka) fino a raggiungere la bellissima Piazza del Mercato sulla quale si affacciano numerosi locali e negozi per turisti. Al centro della piazza si trova la suggestiva Fontana della Syrenka, una sirena armata di spada, simbolo della città di Varsavia. Proseguendo lungo Freta Nowomiejska raggiungiamo il Barbacane, la fortificazione semicircolare che difendeva la città vecchia e, sulle sue mura, consumiamo una cena a base di Pierogi, i ravioli tipici polacchi (conosciuti in Lituania con il nome di koldunai). Il sole sta ormai tramontando mentre riprendiamo lentamente la strada di casa.

La Vistola fotografata dal ponte Slasko-DabrowskiLa Vistola fotografata dal ponte Slasko-Dabrowski

Ewa deve frequentare un paio di lezioni all'università e così nei giorni successivi posso andare alla scoperta della città da solo: munito di mappa e di un fantastico biglietto urbano della durata di tre giorni (e dal risibile costo di 20 Zlotych, pari a circa 5?) mi addentro nel quartiere di Sródmiescie, che racchiude buona parte delle costruzioni storiche della città. Superato il Monumento al Milite Ignoto, passeggio nel caratteristico Giardino Sassone (Ogród Saski), uno dei primi parchi pubblici del mondo, un tempo sede di diversi palazzi in stile barocco. Mi sposto quindi verso la zona universitaria, rimanendo affascinato dall'imponente statua raffigurante Mikolaj Kopernik, in Italia conosciuto come Nicolò Copernico. Continuando lungo Nowy Swiat raggiungo l'elaborato portale d'ingresso dell'Università e spostandomi verso Est arrivo alla Biblioteca dell'Università. I bassorilievi sulla facciata dell'edificio rappresentano le grandi conquiste scientifiche e letterarie del genere umano: un'approssimazione di pi greco, il grafico di una distribuzione gaussiana, la formula di struttura di alcune molecole, uno scritto di Platone in greco, e altri scritti in polacco ed ebraico. La sinuosa architettura del tetto della Biblioteca ospita un giardino botanico ed è di per sé un'attrazione turistica.

La Syrenka e la Piazza del MercatoLa Syrenka e la Piazza del Mercato

Il giorno seguente visito il Palazzo di Wilanów, anche noto come 'La Versailles polacca', residenza secondaria di molti re del paese. Ritorno nella zona centrale di Varsavia e mi perdo clamorosamente a causa della perfetta simmetria del Palazzo della Cultura che si rivela essere un pessimo punto di riferimento. Fortunatamente, dopo qualche titubanza, riesco a raggiungere il tram numero 16 spostandomi cosìverso la parte nord della città. Attraverso il lunghissimo Most Gdanski, il ponte sulla Vistola che congiunge i quartieri di Sródmiescie e Praga.

L'eccentrico arredamentodel Sen PszczołyL'eccentrico arredamento
del Sen Pszczoły

Quest'ultimo è uno dei più antichi distretti di Varsavia e, come spesso accade nei centri abitati attraversati da un fiume, era una città a sè stante fino al 1791. Sembra che il poco originale toponimo, derivante dalla parola prazyc, letteralmente 'bruciare', fosse stato scelto per ricordare lo sforzo di incenerire gli ettari di foresta necessari a far spazio al futuro villaggio. Oggigiorno Praga è considerato il quartiere degli artisti ed è composto in buona parte di vecchi edifici diroccati che offrono un'atmosfera molto bohémienne. Il quartiere ospita anche un discusso monumento, eretto poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, che celebra la liberazione della città da parte delle truppe sovietiche. L'opera, raffigurante quattro soldati dell'Armata Rossa a capo chino, è anche conosciuta, col fine di sottolineare il mancato intervento dei russi durante l'insurrezione del 1944, come 'I quattro addormentati'. Nel tardo pomeriggio Ewa mi porta in uno dei suoi locali preferiti, il Sen Pszczoly, situato in un palazzo di mattoni del quartiere. L'arredamento è davvero eccentrico: l'accesso al bagno avviene attraverso le porte di un ascensore, nel mezzo della sala è esposta una motocicletta e sul soffitto sono appesi di versi oggetti tra cui una bicicletta e dei motori di macchina.

La vista dal tetto della BibliotecaLa vista dal tetto della Biblioteca

Verso sera, come era nei nostri programmi, saliamo sul treno diretto a Cracovia (Kraków in lingua locale), una delle più antiche città del paese e un tempo capitale della Confederazione Polacco-lituana. Giunti a destinazione, stanchi dalle quattro ore di viaggio, non desideriamo altro che trovare in fretta l'ostello dove abbiamo prenotato. Mentre cammino rapidamente lungo le strade semideserte della città non posso fare a meno di notare, di tanto in tanto, illuminati dalla luce dei lampioni, delle statue o dei monumenti che il giorno successivo, dopo una bella dormita, riveleranno tutto il loro splendore.

Numerosi sono i luoghi di interesse che Cracovia offre ma, avendo solo due giorni a disposizione, decidiamo di seguire un itinerario principalmente turistico. L'attrazione sicuramente più significativa è l'immensa e ricchissima Piazza del Mercato (Rynek Glówny), considerata la più grande piazza medievale di Europa. Al centro di questa sorge il Palazzo del Tessuto (Sukiennice) dove i mercanti medievali erano soliti trovarsi per contrattare e concludere affari; poco lontano la massiccia Torre del Municipio svetta tra le bancarelle turistiche e la folla di persone. Tutto intorno è un fiorire di monumenti, palazzi e chiese.

L'interno della Basilipca di Santa MariaL'interno della Basilica di Santa Maria

Tra queste ultime, come mi racconta Ewa che aveva visitato la città qualche anno prima, la Basilica di Santa Maria è di certo la più notevole, soprattutto per il valore storico e culturale che ha assunto nel corso dei secoli: dalla sua torre più alta risuona ogni ora l'Hejnal Mariacki (letteralmente 'L'alba di Maria'), un richiamo di cinque note suonato con la tromba e interrotto a metà della battuta finale. Questo per commemorare il soldato che, nel 1241, segnalò l'imminente arrivo delle armate mongole con questa melodia, senza riuscire però a portarla a termine in quanto trafitto a morte da una freccia. É assolutamente impossibile descrivere a parole la magnificenza degli interni della Basilica, la ricchezza delle decorazioni, l'imponenza dell'altare e dell'ancòna gotica (la più grande del mondo) che lo adorna. Non posso che affidarmi all'immagine sovrastante.

Il Castello di WavelIl Castello di Wavel

Il nostro itinerario prosegue in direzione del Castello di Wavel, sede leggendaria dell'omonimo drago. Si racconta che, all'epoca della costruzione della città, la collina su cui il castello sorge fosse dimora di un terribile drago particolarmente ghiotto di giovani fanciulle. Per metter fine al massacro, il re offrì in sposa la sua figlia più giovane all'uomo che avesse liberato la città dalla feroce bestia. I più coraggiosi cavalieri fallirono nell'impresa tranne Skuba, un povero apprendista calzolaio che, imbottita una pecora di solfuro, la diede in pasto al drago. Questi, colto da una sete irresistibile, bevve l'acqua della Vistola, che scorreva pigra intorno alla collina, fino ad esplodere. Ewa mi racconta la fiaba, molto popolare in Polonia, confessandomi la sua simpatia per il drago.

La Piazza del Mercato vista dalla basilica di Santa Maria. A sinistra la chiesa di San Wojciech, a destra la Sukiennice e la torre del municipio poco distanteLa Piazza del Mercato vista dalla basilica di Santa Maria.
A sinistra la chiesa di San Wojciech,
a destra la Sukiennice e la torre del municipio poco distante

Nel pomeriggio, grazie ai contatti di Couchsurfing.com, ci incontriamo con Marta, una simpaticissima ragazza originaria di Czestochowa che parla perfettamente l'italiano. Insieme ci inoltriamo nel pittoresco distretto di Kazimierz, che per oltre sei secoli ospitò una numerosa comunità ebraica. Il cielo si rannuvola, aumentando ulteriormente l'atmosfera che avvolge le strade di questa parte della città. Marta si districa con abilità tra i diversi punti di interesse: il monastero della collina di Skalka, con il suo caratteristico portale e la sua imponente cripta, la Chiesa di Santa Caterina, dove si sta tenendo un concerto di Mozart, e Endzior, un baracchino dove vendono un panino tipico chiamato Zakiepanka, preparato con una mezza baguette farcita con formaggio e prosciutto. Visitiamo anche un suggestivo caseggiato con annesso cortile che è stato usato come set per il ghetto ebraico nel film Schindler's List (di Steven Spielberg uscito nel 1993). Scopro così che l'infame campo di concentramento di Kraków-Plaszów, del quale la fabbrica di Schindler era diventato un sotto-campo, è situato pochi chilometri più a sud. Domandandoci ancora una volta come la follia di una simile persecuzione fosse stata possibile, concludiamo la serata all'Alchemia, un pittoresco locale il cui arredamento è tutto un rimando alle tradizioni e alla religione ebraica.

Una bancarella di OscypekUna bancarella di Oscypek

Il giorno seguente, il nostro viaggio prosegue in direzione di Zakopane, una rinomata località turistica di montagna, soprannominata la 'Capitale Invernale della Polonia' e situata a pochi chilometri dal confine slovacco. La zona, immersa tra i monti Tatra, è abitata dai Górale, un gruppo etnico di montanari che presenta caratteristiche culturali proprie. Nel corso dei secoli la comunità, originaria delle montagne che separano Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ha subito una forte diaspora, diretta in particolare verso Romania, Ucraina e Paesi Baltici. Ewa è particolarmente colpita dal loro dialetto, del quale riesce a capire solo poche parole, e dal loro forte accento che sembra divertirla molto. Non essendo in grado di percepire simili sfumature decido di concentrarmi sulla loro cultura culinaria gustando dell'ottimo Oscypek, un formaggio di pecora affumicato dalla forma particolarmente elaborata, e una delle cento zuppe tipiche della regione.

I Monti TatraI Monti Tatra

La nostra gita è pero rovinata da un intenso acquazzone; da buon italiano suggerisco di aspettare che spiova nella calda anticamera del nostro accogliente ostello ma Ewa è di tutt'altro avviso: ricorrendo alla cultura popolare ('L'uomo non è fatto di zucchero') e ricordandomi che difficilmente passerò da quelle parti nel prossimo futuro, mi convince a proseguire. La pioggia si fa sempre più forte e in breve tempo la strada si trasforma in una specie di canale. Completamente fradici, troviamo rifugio a Villa Koliba, un museo sullo stile architettonico tipico della regione il cui principale esponente è il lituano Stanislaw Witkiewicz. La tempesta non accenna a diminuire e, per non perdere il pullman che ci avebbe riportati a Cracovia, siamo costretti a uscire nuovamente all'aperto.

L'interno di Villa KolibaL'interno di Villa Koliba

Verso le cinque della mattina seguente partiamo dalla stazione di Kraków Glówny con destinazione Lódz su un treno diretto a Szczecin. Fortunatamente Ewa veglia sul tragitto, altrimenti mi sarei risvegliato probabilmente nelle vicinanze del mar Baltico. Lódz, che nell'immediato dopoguerra, a causa della completa distruzione di Varsavia, è stata la capitale del paese, è una città principalmente industriale con pochi luoghi di interesse turistico. Fortunatamente Ewa conosce bene la città, dove ha studiato per diversi anni, e mi porta a visitare il Manufaktura, un complesso di edifici che ospita centri commerciali, musei e bar. L'area, fino a pochi anni prima abbandonata al degrado, è stata solo recentemente acquistata e rinnovata. La proprietà dei singoli appezzamenti che la compongono è sempre stata incerta: dopo la guerra le famiglie che li possedevano erano morte o emigrate e le ricerche vennero rallentate dal pesante apparato burocratico della Polonia sovietica. Di conseguenza solo recentemente, una volta scaduti i vincoli legali, si è potuto edificare su questi terreni senza correre il rischio di essere denunciato dai legittimi proprietari.

Il centro commerciale e ricreativo Manufaktura a LódzIl centro commerciale e ricreativo Manufaktura a Lódz

Verso pranzo ci incontriamo con Pavel a Kasia, due amici di Ewa che vivono da sempre nella città. Quasi sorpresi dalla presenza di un turista straniero, non esitano ad affermare, quasi con tono di scuse, che 'A Lódz non c'è niente' ma nonostante questo 'É una bella città in cui vivere'. Insieme ci incamminiamo lungo ulica Piotrkowska che, con i suoi cinque chilometri, è una delle strade commerciali più lunghe del mondo. L'ora del mio volo di ritorno si avvicina e Pavel mi offre uno strappo in macchina fino all'aeroporto. Superati i controlli di sicurezza e quello dei documenti, effettuato da una guardia burbera ed eccessivamente zelante, mi preparo all'imbarco sul Boeing 737NG di Ryanair. Provato dalla giornata iniziata molto prima dell'alba, mi addormento dolcemente mentre la Polonia scorre veloce sotto i miei piedi.