Francesco De Gregori (1974)
Finestre di Dolore
Francesco De Gregori
Finestre di Dolore
Testo
Testo
La luce della luna, ci trovò sopra a un tetto,
e Pietro non parlava.
E niente che rompeva la noia dell'attesa,
solo il suono della pioggia che cadeva.
E lui, con la mano alla bottiglia,
faceva i suoi discorsi da pazzo.
E un gallo si mise a suonare la sveglia,
per quanto la notte fosse ancora ubriaca
e Giuda fosse ancora un ragazzo.
E credo che fu in quel preciso momento,
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri
e due angeli vestiti di bianco,
scesero con aria stupita e il vuoto nel cuore,
e aprimmo al pianto, le finestre del dolore.
Seduti nella stanza con la bocca socchiusa,
aggrappati alle nostre sigarette
aspettavamo l'alba senza troppo interesse,
soltanto per avere una scusa
e Anna perduta sul divano sembrava un bambino sconfitto
e la sua amica giovane le dava la mano
ma Anna era tropo occupata
a contare ricordi sul soffitto.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo
qualcosa di simile a un pianto di madri
e due angeli vestiti di bianco
scesero con aria stupita e il vuoto nel cuore
e aprimmo al pianto le finestre del dolore.
E in fondo alla pianura una linea più buia,
l'esercito degli uomini diversi.
Con gli occhi e la bocca pieni di sonno,
aspettava in una buca di due metri.
E noi dall'altra parte del concetto,
con l'anima in fondo alle gavette,
cacciavamo i pensieri come mosche mortali,
e il nostro cervello era bianco.
L'attacco era fissato per le sette.
E credo che fu in quel preciso momento...
e Pietro non parlava.
E niente che rompeva la noia dell'attesa,
solo il suono della pioggia che cadeva.
E lui, con la mano alla bottiglia,
faceva i suoi discorsi da pazzo.
E un gallo si mise a suonare la sveglia,
per quanto la notte fosse ancora ubriaca
e Giuda fosse ancora un ragazzo.
E credo che fu in quel preciso momento,
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri
e due angeli vestiti di bianco,
scesero con aria stupita e il vuoto nel cuore,
e aprimmo al pianto, le finestre del dolore.
Seduti nella stanza con la bocca socchiusa,
aggrappati alle nostre sigarette
aspettavamo l'alba senza troppo interesse,
soltanto per avere una scusa
e Anna perduta sul divano sembrava un bambino sconfitto
e la sua amica giovane le dava la mano
ma Anna era tropo occupata
a contare ricordi sul soffitto.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo
qualcosa di simile a un pianto di madri
e due angeli vestiti di bianco
scesero con aria stupita e il vuoto nel cuore
e aprimmo al pianto le finestre del dolore.
E in fondo alla pianura una linea più buia,
l'esercito degli uomini diversi.
Con gli occhi e la bocca pieni di sonno,
aspettava in una buca di due metri.
E noi dall'altra parte del concetto,
con l'anima in fondo alle gavette,
cacciavamo i pensieri come mosche mortali,
e il nostro cervello era bianco.
L'attacco era fissato per le sette.
E credo che fu in quel preciso momento...
Finestre di Dolore
note e significato
note e significato
Racconta de Gregori:
"Forse non riscriverei, ad esempio, Finestre di Dolore. Ci sono dei pezzi che a volte scrivi solo perchè ti mancano tre-quattro minuti per completare un LP".