Bufalo Bill (1976)

Ninetto e la Colonia

Francesco De Gregori

Ninetto e la Colonia da Bufalo Bill, Francesco De Gregori
Ninetto e la Colonia
Testo
La notte si annunciava chiara,
la sera era serena
la gente nel cinema assisteva seria al magico
"Quattro per quattro del Circo di Brema".

Nel cielo all'improvviso si aprì un lampo,
la pellicola di colpo si spezzò
e apparve all'improvviso sullo schermo,
un pellegrino vestito di chiffon.

E il silenzio piombò come un veleno,
e tutti cominciarono a pregare,
levato il piccolo Ninetto scemo,
che continuò a giocare.

Con una mano dentro ai pantaloni
e un piede leggermente sollevato,
urlò nel cinema la sua domanda:
"Chi è che ti ha mandato?"

E il pellegrino si guardò le unghie e disse:
"Cosi sia, facciamo presto,
chi mi manda non parla la vostra lingua
e non importa che sappiate il resto"
.

"É troppo tempo che cammino,
vengo dalla montagna e vado al mare.
É troppo tempo che cammino
e questa sera mi vorrei fermare"
.

E tre angeli nella notte,
con le catene sotto al giaccone,
facevano la guardia al mistero,
come rondini su un balcone.

E nella notte alle loro spalle,
le loro voci diventavano fumo,
qualcuno cominciava ad aver paura,
ma non parlava nessuno.

E dietro un fondale di stelle,
gli impiegati della compagnia,
rubarono tutta la frutta dagli alberi
e la portarono via.
Ninetto e la Colonia
note e significato

Ninetto e la Colonia trae spunto dal romanzo Rulli di Tamburo per Rancas (1970) dello scrittore e politico peruviano Manuel Scorza (1928 – 1983), impegnato in opere di denuncia sui temi del neocolonialismo. Racconta de Gregori a proposito della canzone:

Racconta la triste storia di un bambino che si trova in un cinema al momento in cui entrano dei marines, che mettono tutti al muro e li fucilano, anche Ninetto. Dopo i marines arrivano i signori della Chiquita che raccolgono le banane che prima erano di Ninetto e dei suoi amici.

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